Niviane – The Druid King (2017)
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PRESENTAZIONE | The Druid King (2017) è il primo full-length dei californiani Niviane. |
GENERE | Un power metal molto duro, un po’ meno melodico rispetto all’incarnazione classica. |
PUNTI DI FORZA | Uno stile interessante, qualche buona zampata, idee chiare sulla strada da intraprendere. |
PUNTI DEBOLI | Ritmiche non troppo incisive, pezzi che non sfruttano il loro potenziale in fatto di impatto, un comparto vocale non sempre al top. |
CANZONI MIGLIORI | Arise Samurai (ascolta), Elegy (ascolta), The Druid King (ascolta) |
CONCLUSIONI | The Druid King è un lavoro carino ma non del tutto efficace, segno di come i Niviane abbiano ancora molto margine di miglioramento. |
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I Niviane sono una formazione power metal californiana attiva dal 2014 e con The Druid King arrivano alla produzione del loro primo full-lenght con una formazione rinnovata.
Il disco viene aperto da The Berserker, pezzo imponente e ritmato che cattura da subito l’attenzione con un sound accattivante e graffiante. Il power proposto dal quintetto di Sacramento è molto duro e un po’ meno melodico rispetto al power classico, ma in ogni caso alcune scelte del gruppo suscitano interesse per il loro sviluppo. Con Adrestia le sonorità si fanno più intriganti e le atmosfere si fanno ancora più cupe, rendendo ormai chiara la scelta stilistica dei Niviane. When the Banners Fall e Into Twilight abbassano leggermente i ritmi ma fanno sorgere dei dubbi sull’effettivo impatto della voce di Norman Skinner, che in parecchi casi non incide come dovrebbe rendendo tutta la composizione un po’ più blanda. Gladiator è probabilmente il pezzo meno indovinato di tutto il lavoro in cui si va a perdere a tratti quell’interesse iniziale per The Druid King, che si recupera immediatamente con Arise Samurai, un pezzo più vivo e meglio costruito rispetto a quello precedente che valorizza la parte strumentale del gruppo in grado di dar vita ad una composizione decisa. Il sound torna a farsi intrigante con Elegy, ottimo pezzo più orientato sul melodico rispetto agli altri che riesce abbastanza bene a coniugare le sonorità più cupe del gruppo e uno stile melodico finora lasciato un po’ da parte. March of the Jötunn e War of Immortals sono invece due brani in contrapposizione: se il primo tende a confermare il trend più melodico che stavano per stabilire i pezzi che lo avevano preceduto, il secondo ne mantiene solo una piccola parte per dare spazio invece a qualcosa di più simile ai pezzi che avevano aperto il lavoro dei Niviane. Il penultimo brano in tracklist è Heaven Overflow che risulta un po’ sottotono e mantiene non troppo alta la media di The Druid King, che però ha un’ultima ottima prova con la traccia omonima che va a chiudere questo disco d’esordio per la formazione californiana.
Per i Niviane il margine di miglioramento è ancora tanto, senza dubbio, a fronte di ritmiche non troppo incisive e di pezzi che nel complesso non hanno l’impatto che dovrebbero avere. Ma comunque c’è da dire che il power è un genere sempre difficile da reinventare e va apprezzato e sostenuto il coraggio di chi prova sempre a metterci del suo, e la band americana ha dato prova di sapere qual è la strada da intraprendere.
1 | The Berserker | 06:15 |
2 | Adrestia | 05:08 |
3 | Watch the Banners Fall | 06:14 |
4 | Into Twilight | 05:36 |
5 | Gladiator | 03:47 |
6 | Arise Samurai | 05:22 |
7 | Elegy | 05:28 |
8 | March of the Jötunn | 04:29 |
9 | War of Immortals | 06:24 |
10 | Heaven Overflow | 04:01 |
11 | The Druid King | 05:22 |
Durata totale: 58:06 |
Norman Skinner | voce |
Mark Miner | chitarra |
Gary Tarplee | chitarra |
Rick Stallkamp | basso |
Noe Luna | batteria |
ETICHETTA/E: | Pitch Black Records |
CHI CI HA RICHIESTO LA RECENSIONE: | Online Metal Promo |