Apneica – Vulnerabile Risalita (2017)
Per chi ha fretta:
Vulnerabile Risalita (2017), secondo full-lenght dei sardi Apneica, è un concept album non molto riuscito. Parte dei suoi problemi derivano proprio dall’essere un concept: i testi cantati in italiano da Ignazio Simula sono troppo al centro di tutto, a scapito della musicalità dei brani. Soprattutto però è la musica il problema: è un po’ anonima e presenta pochi spunti che spiccano davvero, anche per colpa di una forte omogeneità e di una certa prolissità. È un po’ un peccato: dopotutto il post-metal atmosferico dei sardi non è malaccio. In più, sono presenti anche alcuni spunti interessanti, specie in pezzi sopra alla media della scaletta come Sul Fondo (Angoli Remoti), Programmazione Sentimenti ed Elemento. Sommando pregi e difetti, Vulnerabile Risalita risulta un album sufficiente e piacevole ma certo non eccezionale: gli Apneica dovranno focalizzare meglio la loro musica, in futuro.
La recensione completa:
Per il mondo metal, i concept album sono croce e delizia. Da un lato, è indubbio che alcuni tra i capolavori più grandi della storia di questo genere siano proprio concept. Dall’altro però, è anche vero che questo non è un risultato alla portata di tutti: se scrivere un buon album qualunque è difficile, un grande concept è quasi impossibile da ottenere, e se non si ha gran abilità si rischia di steccare. È per esempio il caso di Vulnerabile Risalita, secondo album degli Apneica, gruppo post-metal sardo attivo dal 2007 (ma solo come one man band di Alessandro Seghene: è diventata una band completa solo nel 2014). Si tratta di un concept album sull’acqua come elemento fondamentale alla vita dell’uomo, narrato attraverso una storia di morte e rinascita a tinte fantascientifiche. Come idea è affascinante, ma la sua realizzazione pratica è uno dei principali problemi di Vulnerabile Risalita: gli Apneica tendono infatti a essere troppo “didascalici” e verbosi. Nella loro musica, la parte vocale di Ignazio Simula è spesso al centro di tutto, il che fa perdere di vista ai sardi la resa complessiva dei brani e la loro musicalità. Un vero peccato, considerando anche che la scelta di cantare in italiano è apprezzabile e che Simula sa il fatto suo come singer, almeno a livello tecnico. C’è da dire però che Vulnerabile Risalita pecca soprattutto dal punto di vista musicale: per gran parte della sua ora di durata risulta un po’ anonimo e senza grandi spunti che rimangono in mente. In generale, un ascoltatore tende a perdersi al suo interno, e non in senso buono: colpa anche di una forte omogeneità, che rende difficile distinguere una canzone dall’altra e di un pizzico di prolissità qua e là. Tutto da buttare, insomma? In realtà, no: gli Apneica non sono un gruppo proprio scadente, hanno anzi alcune capacità indubbie. Per esempio il loro stile, un post-metal di matrice doom placido con giusto qualche influsso estremo, risulta interessante grazie soprattutto al suo puntare su atmosfere dilatate e oniriche. Questo fattore permette inoltre a Vulnerabile Risalita di essere meno limitato dai suoi difetti di quanto sarebbe un lavoro diretto sulla potenza o sull’aggressività. In generale, il livello complessivo dell’album è sufficiente, e per lunghi tratti risulta piacevole, nonostante i tanti problemi; sono proprio questi ultimi però a non consentire agli Apneica di fare meglio.
La opener Sul Fondo (Angoli Remoti) comincia tranquilla, con la voce di Simula subito al centro su echi molto rarefatti. È un intro che sale di voltaggio solo in maniera leggera, ma poi strappa su una norma lenta con belle ritmiche doom che spuntano insieme a un gran mood malinconico. Questa norma tende a variare parecchio, scambiando per esempio passaggi più pesanti, altri con l’ingresso di elementi post-rock e momenti in cui sono i lead tranquilli di chitarra in bella vista. Tuttavia, oil mood etereo ma infelice rimane e colpisce bene, grazie a scelte melodiche ben fatte e a variazioni riuscite – per esempio la più oscura sezione centrale, in cui il frontman sfodera il growl – che non annoiano anche grazie a una durata ridotta. Certo, qualche momento morto è presente, come anche i difetti che avvolgono tutto il disco, ma non inficiano troppo un pezzo di fattura più che buona, uno dei migliori di Vulnerabile Risalita. La successiva Acqua su Acqua prende vita da un intro inquieto ma morbido per poi salire pian piano di volume e di intensità fino a raggiungere una norma di energia notevole. Questa viene sottolineata bene anche dal growl del cantante, che spunta specie nei passaggi vorticosi e potenti, con a tratti persino vaghi influssi black e death che danno loro un tono cupo. Sono questi i componenti che funzionano meglio nel pezzo, specialmente nella parte centrale, sinistra ma senza rinunciare a un certo pathos, oppure nella possente progressione finale, di gran impatto. Gli Apneica però non dimenticano la loro anima atmosferica e più calma, che viene fuori in tanti fraseggi di chitarra anche in questi tratti cupi. Soprattutto però è la melodia a dominare nei tanti passaggi più aperti presenti, a tratti godibili ma che spesso ripetono le stesse impostazioni e rendono il tutto prolisso. Messo tutto insieme, abbiamo un brano più che discreto, ma che forse poteva rendere meglio, specie con qualche sforbiciata agli oltre otto minuti della sua lunghezza.
Inserimento Dati Vitali ha ancora un preludio post-rock, lungo e piacevole, prima di esplodere con una norma strana, intensa dal punto di vista sentimentale ma al tempo stesso cupa grazie al growl di Simula. È un’impostazione che in certi momenti funziona a dovere, ma altrove stride un po’, specie dove i lead di chitarra disegnano pennellate più malinconiche e il cantato harsh non si addice molto al contesto. Stavolta invece rendono bene i momenti più tranquilli, che senza questo problema riescono a incidere quanto basta con la loro malinconia sottile ma avvolgente. Ciò vale sia per i passaggi che vedono il ritorno della chitarra pulita, sia quelli strumentali in cui Seghene e Alice Doro disegnano dei bei lead. Unendo pregi e difetti, ne risulta un pezzo riuscito a metà, con alcuni momenti efficaci ma che nel complesso risulta un po’ anonimo. Giunge quindi Programmazione Sentimenti: si parte da un intro ambient con lievi tastiere che crea un tono delicato presente anche nelle aperture tranquille che spuntano a tratti con le chitarre pulite. Stavolta sono però tranquilli anche i momenti placidi, persino più della media di Vulnerabile Risalita: nella base, a dominare più che il riffage sono i lead di chitarra, con un vago retrogusto addirittura gothic. La conseguenza è un’aura delicata e avvolgente, che riesce a farsi strada anche in quei momenti in cui gli Apneica virano un po’ di più sulla potenza. L’unica eccezione a questa norma è il finale, che dopo un altro intermezzo tranquillo (giusto un pelo prolisso) si fa cupo e ansioso, col growl di Simula su una base tranquilla ma spesso dissonante, per un dualismo che stavolta non dà fastidio. È un buon finale di un pezzo anche migliore, breve ma incisivo, il picco dell’album con la opener.
Elemento esordisce con un giro di chitarra fascinoso, per poi cominciare a evolversi. Pian piano il voltaggio sale, ma forse troppo lentamente: come intro risulta un po’ prolisso, specie quando il frontman comincia a cantare. Va meglio invece quando la musica prende a muoversi un po’ di più: abbiamo allora una falsariga non velocissima ma animata, che incide bene. Ma non è una situazione destinata a durare: presto il brano torna alla melodia, con una progressione che riprende spesso il fraseggio iniziale e ne sviluppa i temi in maniera diversa. Si tratta spesso di momenti dilatati, che si alternano con altri più veloci o addirittura cupi in una progressione variegata, che stavolta non annoia quasi mai. Al contrario, sono presenti un buon numero di spunti che spiccano a dovere e rendono il pezzo incisivo: è anche per questo che nonostante un certo senso di già sentito la sua qualità è buona, poco distante dal meglio di Vulnerabile Risalita. Purtroppo, subito dopo arriva Modalità Percettiva, con l’ennesima introduzione con chitarre pulite: stavolta non solo suona trita, ma si ripete per oltre due minuti – troppo per non stancare. Va un po’ meglio quando invece il pezzo entra nel vivo, mogio ma senza che manchi l’energia né un velo crepuscolare, dato dal solito growl del frontman. Come dualismo non è male: il problema è però che anche questa continua per troppo tempo e sa di già sentito – ricorda soprattutto Programmazione Sentimenti. Nemmeno i momenti strumentali energici di matrice post-metal riescono a incidere granché: si rivelano anch’essi ridondanti e troppo lunghi per non essere tediosi. Ne risulta insomma un pezzo che fluisce senza alcuno scossone e alla fine risulta abbastanza inespressivo: si tratta forse addirittura del meno bello dell’album.
Per una volta, Sognando Nuove Colonie entra subito nel vivo con un riffage doomy cupo e intrigante. Poi però gli Apneica svoltano su una norma più tranquilla e melodica, che a tratti sa incidere con fraseggi di chitarra echeggiati e quasi sognanti, ma altrove risulta un po’ stridente. Succede quando tra le chitarre e il batterista Luigi Cabras avviene un contro circuito: le prime vorrebbero correre, ma il secondo sembra trattenerle come un freno a mano. Meglio invece va in quei momenti più dinamici e diretti, che sanno incidere in maniera almeno discreta. Buoni sono anche alcune variazioni inserite, come il breve passaggio con solo il basso di Francesco Pintore al centro, oppure i momenti più intensi a livello sentimentale che appaiono dopo la metà. Il brano sembra però diviso tra quest’anima migliore e l’altra difettosa , facendo sembrare i sardi quasi indecisi. Ne risulta un pezzo che in generale è piacevole e decente per la maggior parte del tempo, ma lascia anche qualche pensiero: di sicuro poteva essere realizzato meglio. Siamo ormai agli sgoccioli: in Vulnerabile Risalita c’è rimasto spazio solo per In Risalita, che comincia aperta e quasi sognante, ma poi i toni si fanno più cupi. È l’inizio di una progressione arcigna che all’inizio incide bene, ma poi come sempre il gruppo la tira troppo per le lunghe, smorzandone l’impatto possibile. Meglio va invece quando la musica stacca per frazioni più rarefatte e atmosferiche: seppur non sia originalissimo, la spinta espansa la rende meno ripetitiva e noiosa. Non sono male nemmeno le frazioni a metà tra i due mondi che appaiono per esempio a metà, melodiche ma avvolgenti al punto giusto. Meno buona è invece la conclusione, che comincia a evolvere le stesse premesse in maniera vorticosa e strana, quasi progressive: ogni tanto sembra un po’ pretenziosa, pur difendendosi nel complesso. Abbiamo insomma un pezzo non del tutto riuscito, sufficiente e piacevole ma non di più: un buon manifesto, insomma, del disco che chiude.
Per concludere, come già detto Vulnerabile Risalita è un album piacevole per lunghi tratti e anche con alcuni spunti di qualità. Questi ultimi però brillerebbero molto di più se non fossero annacquati in un mare omogeneo e prolisso. Più varietà avrebbe permesso agli Apneica di valorizzarli molto meglio; in generale, i sardi sembrano ancora bisognosi di crescere e trovare un focus maggiore per la propria musica. Nonostante questo, se il post-metal più atmosferico fa per voi, questo è comunque un lavoro che saprà interessarvi o almeno costituire uno sfondo adeguato mentre fate qualcos’altro. Ma se volete un capolavoro a tutti i costi, è meglio cercare altrove.
Voto: 63/100
- Sul Fondo (Angoli Remoti) – 06:15
- Acqua su Acqua – 08:20
- Inserimento Dati Vitali – 06:10
- Programmazione Sentimenti – 05:36
- Elemento – 07:56
- Modalità Percettiva – 08:01
- Sognando Nuove Colonie – 08:21
- In Risalita – 08:33
- Ignazio Simula – voce
- Alice Doro – chitarra
- Alessandro Seghene – chitarra
- Francesco Pintore – basso
- Luigi Cabras – batteria