Svanzica – Red Reflections (2018)
Pubblicato · Aggiornato
PRESENTAZIONE | Red Reflections (2018) è il secondo album dei veronesi Svanzica |
GENERE | Un progressive metal venato di death metal melodico |
PUNTI DI FORZA | Alcune idee e alcuni brani interessanti |
PUNTI DEBOLI | La mancanza di un mastering funzionale, molti brani che con colpiscono, suoni poco coerenti tra loro, poca cura |
CANZONI MIGLIORI | First Step (ascolta), Spirit of the Valley (ascolta), Jupiter (ascolta) |
CONCLUSIONI | Red Reflections è un lavoro sufficiente, ma che poteva essere migliore, viste le idee che contiene. |
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Gli Svanzica sono un gruppo nostrano, fondato nel 2005 nella provincia di Verona. Nel 2009 ha prodotto il primo album intitolato Eos, dopo il quale il gruppo ha effettuato il primo cambio di formazione, tre anni dopo si formerà la lineup attuale, che ha inciso il secondo album Red Reflections. A primo impatto l’album non mi ha colpito molto, probabilmente per il sound che manca di un mastering funzionale.
La gran parte dei brani non mi ha lasciato affatto colpito, difetti vari lasciati qui e lì; suoni pochi coerenti con la canzone in sé, spesso gli strumenti sembrano fuori tempo tra di loro, insomma c’è poca cura.
Ma escludendo i difetti, si possono certamente premiare alcune idee e alcuni brani per ciò che contengono. Il primo pezzo degno di un complimento è First Step che con un’ottima intro di basso offre la giusta immersione nel brano grazie anche al sound grezzo che adorna bene la canzone. La linea vocale dissonante è molto suggestiva. Sicuramente è la canzone che mi ha impattato positivamente per prima. Il secondo brano che mi ha colpito, in questo caso per un singolo riff, è Spirit of the Valley che con uno pseudo breakdown costituito da un alternarsi metrico tra ottavi scanditi e quarti terzinati è un’idea carina.
Un ultimo discorso, non per importanza, lo merita Jupiter, che mi è sembrata l’unica traccia con un minimo di mastering, infatti gli strumenti e la voce si mescolano molto bene. Da qui si è sviluppato un punto di riflessione molto interessante, che ruota intorno al fatto di concepire meno canzoni (a meno che non si ritenga necessario farne un numero ben preciso per necessità strettamente tematiche) da poter curare il più possibile, a livello di dettagli, per appagare meglio l’ascoltatore. Se alcune di queste tracce fossero state create con più attenzione nell’aspetto sonoro, avrebbero avuto un appeal maggiore, dato che le idee al loro interno non sono affatto da buttare, ma non vengono sfruttate a pieno dal sound. Infatti, il pensiero che vagava spesso nella mia testa era:” bellissimo, ma suona male”. Ciò che succedeva a volte, Distortion è l’esempio più lampante: la melodia pulita nel complesso si sentiva distaccata dagli altri strumenti. Questo psicologicamente fa pensare che quella melodia sia come un pesce fuor d’acqua; con un maggior lavoro a livello sonoro si sarebbe invece potuto ottenere un bel sound e una percezione meno distaccata degli strumenti.
Insomma, Red Reflections è un lavoro più che sufficiente che avrebbe avuto bisogno di una spinta a livello sonoro in quanto le idee sono più che valide. Parliamoci chiaro però, per avere una certa qualità è necessario un grande budget, che band emergenti non possono in alcun modo avere; l’invito è di non scartare prodotti che suonano male, ma di cercarne al loro interno l’essenza del gruppo, a cui è più facile far caso nei concerti.
1 | Through Oceans of Quiet | 04:32 |
2 | First Step | 03:41 |
3 | Lunar Verbs | 05:04 |
4 | Spirit of the Valley | 04:18 |
5 | Brotherhood | 04:06 |
6 | Graffiti | 03:41 |
7 | Whisper of Light | 04:42 |
8 | Distortion | 03:04 |
9 | Eternal Noontrip | 05:40 |
10 | Jupiter | 03:56 |
Durata totale: 42:44 |
Luca Modenese | voce |
Marco De Bianchi | chitarra |
Alessandro Pettene | basso |
Alessandro Merlin | batteria |
ETICHETTA/E: | autoprodotto |
CHI CI HA RICHIESTO LA RECENSIONE: | Mazzarella Press Office |