Wreck-Defy – Remnants of Pain (2019)
Pubblicato · Aggiornato
PRESENTAZIONE | Remnants of Pain (2019) è il secondo album dei canadesi Wreck-Defy. |
GENERE | Un thrash metal molto classico. |
PUNTI DI FORZA | Un disco che scorre molto bene, di buona fattura, con qualche canzone degna di nota |
PUNTI DEBOLI | Una scaletta molto anonima e monotona, con nulla che spicchi davvero, la presenza di qualche ballad adolescenziale; in generale, un disco che non soddisfa le aspettative. |
CANZONI MIGLIORI | Blackened Cloth (ascolta) |
CONCLUSIONI | Per quanto anonimo, Remnants of Pain è ben legato, il che lo rende almeno sufficiente. |
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I Wreck-Defy sono un gruppo canadese nato nel 2016, che si mettono subito all’opera e dopo un anno pubblicano il primo full lenght. Mentre due anni dopo pubblicano il lavoro che andremo a vedere oggi: Remnants of Pain. Il gruppo la partecipazione di due componenti che provengono da due grandi gruppi. Il cantante ex-Annihilator Aaron Randall e il bassista ex-Testament Greg Christian.
L’album intero scorre molto bene, non ci sono intoppi nell’ascolto. Ciò che mi ha fatto riflettere in questo disco è il fatto che fossero tutte tracce thrash metal di buona fattura e molto valide ma comunque non trovavo nulla che spiccava davvero. Ogni intro faceva crescere in me l’energia per affrontare la traccia ma il resto della canzone non la soddisfaceva mai a pieno. Blackened Cloth è il brano che riuscito a colpirmi maggiormente sia per l’energia sia per il cambio di tempo inaspettato, una piccola sorpresa che rende la traccia tutt’altro che scontata.
Con vari ascolti, si cominciano a notare le tracce un po’ più piatte e ripetitive come The Divide, che si salva per lo special che interrompe un riff che martella dall’inizio fino alla fine non dando dinamicità. Anche Looking Back è sullo stesso piano di monotonia, ma comunque ha delle variazioni di melodia che fanno si che non annoi e si rimanga su scelte scontate.
In conclusione, è un lavoro anonimo ma che è ben legato; a volte è monotono ma altre volte sa dare delle piccole soddisfazioni. Non è sicuramente un lavoro eccelso ma non è nemmeno insufficiente, un lavoro che sfocia in ballad un po’ troppo adolescenziali, ma comunque non male.
1 | Killing the Children | 05:08 |
2 | Broken Peace | 04:21 |
3 | Riverview | 05:04 |
4 | Looking Back | 04:13 |
5 | 18oz of Chrome | 06:55 |
6 | The Divide | 05:18 |
7 | Art of Addiction | 04:04 |
8 | Angels and Demons | 05:10 |
9 | Blackened Cloth | 04:40 |
Durata totale: 44:53 |
Aaron Randall | voce |
Matt Hanchuck | chitarra |
Greg Christian | basso |
Dave O’Neal | batteria |
ETICHETTA/E: | Inverse Records |
CHI CI HA RICHIESTO LA RECENSIONE: | l’etichetta stessa |