Geschlecht – New Load Continue (2019)
Pubblicato · Aggiornato
PRESENTAZIONE | New Load Continue (2019) è il primo full-lenght dei nostrani Geschlecht. |
GENERE | Un mix di death, groove metal e qualche influsso industrial. |
PUNTI DI FORZA | Un album ricco di dettagli e curato in ogni particolare; una produzione di alto livello. |
PUNTI DEBOLI | Qualche canzone e qualche scelta meno bella. |
CANZONI MIGLIORI | Bloodmoon (ascolta), The Prophecy (ascolta), One Mind (ascolta) |
CONCLUSIONI | New Load Continue è un buonissimo album, che colpisce nella giusta maniera! |
ASCOLTA L’ALBUM SU: | Youtube | Bandcamp | Spotify |
ACQUISTA L’ALBUM SU: | Amazon | Bandcamp |
SCOPRI IL GRUPPO SU: | Facebook | Bandcamp | Youtube | Spotify | Metal-Archives |
I Geschlecht sono una band italiana che l’anno scorso ha pubblicato il suo primo album full-length, New Load Continue. Ricco di dettagli, curato in ogni particolare, si nota da subito che dietro c’è un lavoro intenso.
La prima traccia è la self-titled Geschlecht, e c’è un’interpolazione interessante tra un orchestrato epico e l’esplosione del riff principale: un ottimo inizio è quello che ti fa venire voglia di vedere cosa ti aspetta nei brani successivi. Successivamente c’è Cursed, singolo del disco, che alterna ottime sezioni melodiche a parti più rigide, evitando così la monotonia; rimane però piuttosto lineare.
Arriva Bloodmoon, mi ha convinto dopo un po’ di ascolti, in quanto inizia con una melodia felice di chitarra, ma appena inizia il cantato c’è la contrapposizione tra una voce cattiva con growl e la successione armoniosa degli accordi. Subito viene messa a tacere quando esplode un riff ricco di groove e la chitarra in sottofondo diventa tetra. Dal punto di vista compositivo mi ha affascinato un sacco.
Dall’altro canto The Power of Five l’ho trovata molto lineare. Ma quest’ultima forse si trova in mezzo a due belle tracce e quindi nonostante sia una canzone carina, sfigura in po’ in mezzo a Bloodmoon e The Prophecy.
La seguente infatti mi ha colpito in maniera molto positiva, con un riff che non vuole essere cupo, ma riesce ad avere un ottimo attacco. Il valore aggiunto lo da un ottimo assolo, non esageratamente virtuoso, che punta soprattutto alla melodia dando il giusto risvolto alla canzone. Si scatena di colpo un’esplosione con One Mind, tappeto di doppio pedale, palm-mute sulla corda a vuoto, tutte quartine ad alti bpm che poi si trasformano in una figura metrica poco più complessa, nel mentre c’è un lick di chitarra che da melodia al tutto. Anche qui troviamo veramente un’ottima canzone, che viene anche curata con effetti di intermittenza che è la ciliegina sulla torta, specialmente prima del breakdown, anche se non è uno di quei breakdown esagerati. Legion XXI sembra calmare le acque, ma è tutt’altro che calma. Anche lei ha il suo attacco e colpisce molto in quanto l’intro sembra annunciare una ballad strappalacrime decisamente fuori contesto. Anche qui troviamo riff molto interessanti, ma comunque a causa delle varie riprese dell’intro ballad tutt’ora non mi convince.
Successivamente abbiamo Home Sweet Home: no non è una cover dei Mötley Crüe, per la maggior parte della canzone c’è molta linearità, quasi monotonia, ma la sezione special col suono di chitarra semi elettronica al limite di un 8-bit da un di più a tutta la traccia, la ascolto solo per questa sezione. To Trascend ha probabilmente il riff più bello del disco, almeno soggettivamente. Durante il ritornello c’è una successione melodica stupenda sia per le note sia per la metrica che a primo ascolto può risultare semplice ma in realtà ha delle piccole chicche. Quando poi questa parte si unisce ad un breve assolo di chitarra si avverte la “trascendenza” del pezzo; peccato per il fade-out che arriva a farmi del male psicologico, e a stonare in un brano che mi è piaciuto in particolare. Per fortuna arriva Game Over a darmi soddisfazione, metriche interessanti, groove sempre presente, cambi di dinamica presenti dall’inizio alla fine.
La penultima traccia che troviamo è Survivor, anche qui il brano non è dei migliori, ma non è affatto male, ennesima dimostrazione del fatto che anche se un brano non eccelle, i Geschlecht riescono comunque a creare lavori coerenti e oggettivamente fatti bene. Infine, c’è An Infinite Nighmare, conclusione di questo più che buon disco, e questa nota finale mi è piaciuta fin da subito in quanto mi ha trasferito subito la sensazione di “addio” al disco, quella sensazione malinconica a cui tutti siamo famigliari. Dal punto di vista musicale le idee sono molto buone, probabilmente è la mia preferita di tutto il lavoro, il finale è qualcosa che solo dei pazzi fuori di testa potevano fare, associare il risvegliarsi dall’incubo improvviso ad un bending totalmente fuori contesto.
In conclusione, il disco mi è piaciuto molto, la produzione è di alto livello quindi il sound risulta avere il giusto sound per colpire in maniera giusta, un ottimo lavoro nostrano dal punto di vista oggettivo.
1 | Geschlecht | 05:11 |
2 | Cursed | 03:44 |
3 | Bloodmoon | 03:19 |
4 | The Power of Five | 03:12 |
5 | The Prophecy | 04:11 |
6 | One Mind | 03:56 |
7 | Legion XXI | 03:32 |
8 | Home Sweet Home | 03:48 |
9 | Transcend | 04:19 |
10 | Game Over | 03:39 |
11 | Survivor | 03:10 |
12 | An Infinite Nightmare | 03:41 |
Durata totale: 45:42 |
Amedeo Finati | voce |
Amedeo Casale | chitarra |
Edoardo Volpato | basso |
Fabio Speroni | batteria |
ETICHETTA/E: | Time to Kill Records |
CHI CI HA RICHIESTO LA RECENSIONE: | Anubi Press |