Kindred: Act I è il nome dell’esordio dei canadesi Red Cain, reso disponibile nel marzo del 2019. Nonostante il suono un po’ grezzo dell’album, dovuto alla produzione indipendente, il gruppo riesce a far trasparire la propria idea di prog metal in salsa heavy portando alla luce una serie di brani promettenti.
La natura delle scelte stilistiche operate dal quintetto nordamericano risiede contemporaneamente in due mondi diversi, uniti per formare una proposta interessante. Un heavy fresco e moderno viene rimodellato con i tempi e le capacità espressive di un progressive non eccessivamente tecnico ma pur sempre valido, che include al suo interno accenni provenienti da ambienti elettronici. Diretta, fantasiosa e versatile: la musica dei Red Cain gode di tre caratteristiche tutt’altro che scontate in un disco d’esordio e lo fa cercando di sfuggire il più possibile agli stereotipi del genere e creando un’interpretazione che possa in qualche modo dargli nuova vita. Come menzionato in apertura, se c’è un qualcosa che può minare la bontà del prodotto è l’aspetto tecnico non eccessivamente curato a causa della produzione completamente indipendente scelta dal gruppo per il primo full-lenght. Non è tuttavia da considerarsi un aspetto dal peso così rilevante nell’economia di Kindred: Act I: il lavoro svolto può comunque essere ritenuto soddisfacente seppur bisognoso di alcune limature di carattere più professionale. La maturità mostrata dalla band nella sua ancora breve carriera dimostra che c’è del potenziale da sfruttare anche nei prossimi lavori: i Red Cain sono sicuramente una formazione da tenere d’occhio e questa opera prima sembra essere l’inizio di un percorso fruttuoso. Chissà che la formula sperimentata dai cinque musicisti canadesi non possa contribuire all’evoluzione dell’heavy metal moderno in misura considerevole.