Il 2020 segna il ritorno di un’altra band che, già da un po’ di tempo, ha avuto modo di esprimersi alla grande in ambito estremo. I Sutrah, provenienti dalla già ricca Montréal, realizzano il nuovo EP Aletheia per The Artisan Era, un lavoro che continua con forza e coerenza il discorso iniziato con il precedente Dunes, primo full-length dei canadesi. In questa sede, il trio formato da Laurent Bellemare (già componente dei Serocs), Alex Bao e Claude Leduc riesce a realizzare un’opera breve ma intensa: il death metal che viene proposto dai Sutrah non è assolutamente da considerare come classico, ma anzi, si riconosce in una componente atmosferica e progressive che si scontra con un sound più duro e dinamico di chiara influenza Gorguts.
Il design del suono, quindi, appare con pieghe a strati più profondi, facendo riferimento in particolare al lavoro di chitarra che avvolge Variation I.i – Umwelt nella sua costruzione elettrizzante. Ciò che viene in mente a primo impatto è che sicuramente molte parti di Dunes erano molto cervellotiche e ambiziose, ma il livello in termini di produzione ora è ben migliorato. Inoltre, un altro aspetto che si nota a primo impatto è che tutti gli elementi sembrano essere al servizio dell’insieme, soprattutto se si fa riferimento al basso elastico di Alex Bao, con le sue linee in avanti quando sono leggermente legate al tono della chitarra.
Il pezzo forte, però, arriverà alla fine, nei 15 minuti di Variation II.ii – Genèse, che rappresenta il picco più alto, nonché la seconda “metà” di questo EP di circa 30 minuti. Tanti dettagli si sono già presentati prima di questo pezzo, ma ora, nella sua trama contorta, il suo aspetto diventa un’onda da cavalcare, un picco che riempie i timpani dell’ascoltatore e che presenta l’intera colonna portante dello stile dei Sutrah.
Ciò che si ottiene alla fine è un risultato più che soddisfacente. La presenza dei gangsa non è massiccia come in Dunes, ma allo stesso tempo forniscono un significativo cambio di paradigma nel mezzo del pezzo a seguito di un impressionante riff simbolico. Non penso che abbia senso soffermarsi troppo sul brano: bisognerebbe solo ascoltarlo ed interpretarlo nella maniera più libera possibile, perché solo così si può cogliere il significato di un lavoro come Aletheia.
I Sutrah hanno sempre avuto cuore, passione e dedizione, ma in questo episodio hanno tirato fuori il meglio di se.