Ebbene sì: il 2020 segna anche il ritorno dei Necrodeath, una band che non ha bisogno di essere presentata, né di essere elogiata, data la sua grande importanza in ambito estremo sia per l’Italia che per il panorama internazionale. I genovesi sono stati una delle prime band a portare il metal estremo nel nostro Paese, con dei lavori che ormai sono impressi nella memoria di tutti: basti pensare allo storico Into the Macabre, targato 1987, ma anche a Mater of All Evil e 100% Hell che, anche se più recenti, sono riusciti a formare definitivamente la figura e il profilo dei Necrodeath. Giunti al dodicesimo album Defragments of Insanity, uscito nel 2019, i nostri continuano per la loro strada realizzando un nuovo EP dal titolo Neraka, confermando ancora una volta lo status di istituzione per la nostra scena estrema.
In meno di venti minuti, il combo guidato da Flegias riesce a dirci chiaramente di essere in perfetta forma con tre brani inediti, uno dal vivo (ovvero Flame of Malignance del già citato Mater of All Evil) e la versione più ruvida di California Uber Alles dei Dead Kennedys. Soffermandoci sui brani inediti, si può subito notare come i nostri abbiano preso il loro stile old school e portato a livelli di violenza inauditi, esattamente come ci si aspetterebbe. Partendo dalla opener Inferno fino alla seconda Petrify, si possono assaporare le sonorità dei primi tre album, specialmente di Fragments of Insanity, il tutto unito alla ricchezza dei riffing e degli assoli di chitarra del grande Pier Gonella, punto di svolta e crescita dei genovesi a partire da Phylogenesis. La velocità tagliente del riffing, la voce cruda e maligna di Flegias, la batteria dirompente di Peso tanto cara alla vecchia scuola Kreator e il basso tellurico di GL, si concretizzano in Succubus Rises, summa delle caratteristiche degli odierni Necrodeath.
Breve ma intenso, come si suol dire. I Necrodeath hanno dimostrato che anche con un lavoro più breve possono sfoderare tutte le loro armi a disposizione per comporre pezzi sempre più trascinanti, violenti e aggressivi. Per il combo nostrano la parola “difficoltà” non esiste, e noi sostenitori non possiamo che andarne fieri.