I Chaos Over Cosmos tornano alla pubblicazione di un full-length dopo l’esordio The Unknown Voyage (di cui ci eravamo occupati in occasione dell’uscita), sviluppando le componenti già interessanti introdotte nel primo lavoro. Il secondo capitolo prodotto dal duo polacco-australiano è la dimostrazione di una maturità raggiunta in poco tempo e consolidata attraverso delle scelte coerenti.
Il taglio compositivo che caratterizza The Ultimate Multiverse conferma la duplice natura dello stile targato Chaos over Cosmos: l’impostazione generale spazia fra il power e il prog, unendo i due generi in una via di mezzo che predilige maggiormente gli stilemi del primo. Le ritmiche alle sei corde risultano di un’efficacia lodevole e si prendono la maggior parte dello spazio nel quadro compositivo, a differenza della componente elettronica (e talvolta anche sinfonica) che viene utilizzata come sostegno per gli altri elementi. Nella stesura dei sei brani che compongono questo album c’è stato senza dubbio un passo avanti che riguarda la risoluzione di alcune problematiche compositive dell’esordio; nonostante si trattasse di un lavoro più che valido, nella sua struttura era possibile identificare dei punti critici che lo rendevano poco scorrevole e più faticoso da ascoltare. Dopo due anni di lavoro (e due EP abbastanza riusciti, sintetizzati proprio in quest’album che ne raccoglie le canzoni) sembra proprio che le migliorie che si auspicavano siano finalmente arrivate, anche se rimangono delle criticità come la gestione delle voci sui pezzi. Non sempre infatti il cantato è pungente come ci si aspetterebbe da un’opera di questo tipo, e se per le parti in growl il lavoro svolto si può considerare quasi sempre soddisfacente, non si può dire lo stesso di quelle in clean. Una volta che anche questo aspetto avrà la stessa attenzione che è stata riservata al comparto strumentale, forse ci troveremo davanti ad una band nel pieno controllo delle sue potenzialità.