Zero Hour Is Now è il secondo album firmato dagli italiani Black Phantom, a tre anni dall’esordio con Better Beware!. Il gruppo si mantiene sulle sonorità dell’heavy metal classico che avevano caratterizzato il lavoro precedente, inserendo talvolta delle sfumature più moderne per differenziare l’atmosfera dei brani.
Il songwriting della formazione nostrana risulta compatto ed estremamente diretto. L’associazione immediata con i grandi classici del genere è inevitabile, eppure lo stile mostrato in questa nuova produzione riesce in qualche modo ad avere una spiccata personalità. Nell’insieme degli elementi che danno vita a Zero Hour Is Now uno di quelli che più risalta è la performance vocale di Manuel Malini: nonostante qualche imperfezione il timbro del lead singer è quanto di più esplosivo si possa immaginare per una band heavy dei giorni nostri. Non è un vantaggio da sottovalutare, poiché quando si tratta di composizioni di questo tipo una buona voce può fare la differenza. Se poi è accompagnata da un comparto strumentale che riesce a valorizzarla il risultato non può che essere positivo, e il progetto musicale portato avanti dal quintetto lombardo ne è un esempio. Ci troviamo davanti ad un metal mai esagerato o sopra le righe, in grado di raccontare l’anima del gruppo con la carica giusta; nel farlo, inoltre, resta fedele ai canoni dell’heavy esponendo solo in parte le sue particolarità più inesplorate. Se si dovesse trovare una criticità strutturale nel concept elaborato dalla band la mancanza di coraggio sarebbe la prima cosa da far notare: durante l’ascolto c’è la sensazione che l’album avrebbe beneficiato moltissimo di un “passo in più” nella direzione giusta, ovvero quella che mette al primo posto l’iniziativa dei Black Phantom. Tuttavia, anche mantenendo le proprie radici ben salde nel terreno già battuto questo nuovo capitolo nella carriera dell’ensemble italiano riesce nel suo intento, e si merita un riconoscimento per la fantasia con la quale è stato impacchettato.