Heroes Never Die è il settimo full-length degli americani Corners of Sanctuary. Dopo una carriera piuttosto prolifica di dieci anni (con all’attivo diversi lavori di vario tipo) la band prova a reinventarsi con un disco che, malgrado le buone intenzioni, manca l’obiettivo preposto.
L’heavy metal portato avanti dalla band non è altro che una stanca e ripetitiva interpretazione delle sonorità classiche, condotta peraltro senza il minimo sforzo in fase di composizione. Lo slancio creativo della band rimane impantanato in una soluzione anacronistica che poco o nulla ha da dire in questo momento storico, specie se trattata con tale superficialità. Non che la ricerca di innovazione sia requisito fondamentale per la buona riuscita di un album; tuttavia, approcciandosi ad una produzione di questo tipo ci si aspetta sempre che chi la propone sappia in qualche modo manipolare il sound a cui si ispira per trarne un linguaggio proprio rielaborando le influenze che lo hanno fatto in primo luogo scaturire. Ma se il risultato si rivela poi così deludente non si può che constatare l’ennesimo tentativo di dar vita ad un genere ormai abusato, anche se gli esempi positivi di questi tempi non mancano per nulla e si pongono probabilmente come unica soluzione a questo “problema”. Heroes Never Die lascia poco all’interpretazione dell’ascoltatore e sguazza nella sua mediocrità senza veramente darsi una prospettiva che non sia quella di seguire alla lettera i dettami di un heavy metal che guarda al mondo dell’hard rock in modo piuttosto timido: visto sotto questa luce sembra davvero un album piuttosto inconcludente, segno che forse la band ha esaurito le idee (o ha semplicemente commesso un passo falso) e sta provando in tutti i modi a rimescolare le carte in tavola non cambiando mai di fatto la sostanza.