Lord Almighty – Wither (2020)
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PRESENTAZIONE | Wither (2020) è il secondo album dei Lord Almighty, band statunitense fondata nel 2013 |
GENERE | Un black metal che da una base classica si amplia in direzioni varie tramite influenze di più sottogeneri e un’impianto progressive. |
PUNTI DI FORZA | Una formula stilistica che prende spunto da vari sottogeneri per creare una forma musicale unica e personale. |
PUNTI DEBOLI | Le transizioni tra le tracce risultano alle volte grossolane, mentre il basso diventa meno udibile in alcuni punti. |
CANZONI MIGLIORI | Wither (ascolta), Hooded Three (ascolta) |
CONCLUSIONI | Wither è un disco interessante e solido che prende elementi da sottogeneri disparati e li fonde insieme in un pacchetto accessibile e per niente noioso. I Lord Almighty hanno trovato definitivamente una formula che funziona. |
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I Lord Almighty sono una band black metal di Boston che, sin dal suo EP omonimo del 2013, ha costantemente prodotto alcuni dei più eclettici e impressionanti lavori di metal estremo nella già brillante scena underground degli Stati Uniti. Partendo da una base feroce e melodica di black metal e accoppiandola con un fantastico mix di thrash, doom e hard rock, la band ha prodotto un sound incredibilmente vario e fantasioso che è diventato sempre più riconoscibile in ogni disco successivo. Il loro secondo album Wither è senza dubbio il miglior lavoro della band fino ad oggi, e fonde in maniera sapiente i loro lati più accattivanti e più progressivi.
L’album inizia con Cry of the Earth. Dopo un suono di temporale subentrano un riff tellurico e una sezione ritmica martellante che si evolvono progressivamente in una struttura mutevole anche in una lunghezza inferiore a quattro minuti, in cui a rendersi protagonista è il chitarrista Samuel “Goose” Willgoose con assoli di buon gusto. I colpi di rullante sincopati danno un po’ di funky a Sundown in coppia con una linea di basso impegnata di Phill Gelinas. I forti elementi melodici su questa traccia fanno da grande contrappunto alle sezioni più pesanti e caotiche, costruendo piacevolmente un climax alternativo, quasi di natura post-metal. Dopo la breve Mercy, subentra Rise che rallenta il ritmo e accompagna l’ascoltatore nel territorio delle ballad con la sua bella introduzione di chitarra pulita. Nel giro di un minuto, però, la traccia diventa dura e pesante, senza mai perdere completamente il suo melodramma melodico, mantenendosi dinamica e divertente. Il finale brusco lascia il posto a V, intermezzo di meno di un minuto che presenta il riff più orecchiabile del disco, senza dubbio. Una song piuttosto semplice che lascia il posto a Stifled, un altro intermezzo strumentale caratterizzato da un’atmosfera più soft, quasi industrial. La band prende un mix più tradizionale di black e death metal in Adrift, lasciando persino che l’atmosfera di melodeath si renda evidente con un passaggio pulito, morbido e leggermente psichedelico. Nel frattempo, Hour by Hour ritorna al mix di black metal e hard rock anni ‘70, con un potente tocco alla Led Zeppelin a volte. Una canzone grandiosa, ma sempre sporca e persino angosciata. Le ultime due tracce, infine, richiedono un po’ più di tempo per svilupparsi, entrambe di circa cinque minuti di durata, aiutando la band a dare un po’ di spazio per far respirare le sue idee. Wither enfatizza il modo in cui Chris Narainen suona dietro la batteria, riuscendo a mettersi in mostra non solo con il suo modo di suonare veloce, ma anche con piccoli abbellimenti e riempimenti che rendono la canzone più elaborata, prima di spegnersi in una deliziosa interpretazione acustica del riff principale e di un assolo acustico accorato e con un pizzico di flamenco. La closer Hooded Three inizia con un suono quasi speranzoso, come il sole che splende dopo una terribile tempesta. Tuttavia, l’oscurità non ci mette molto a intromettersi: la band accompagna l’ascoltatore in un viaggio emotivo in un suono molto classico nella sua prima metà, prendendo spunto da Black Sabbath, Rainbow, Judas Priest e persino dal lato più morbido dei Metallica, ma intorno al segno dei tre minuti, la song cade in un buco pesante, colpendo e martellando l’ascoltatore senza pietà fino alla sua conclusione.
Nel complesso, Wither è un disco interessante e solido che prende elementi da sottogeneri disparati e li fonde insieme in un pacchetto accessibile e per niente noioso. I Lord Almighty hanno trovato definitivamente una formula che funziona. Malgrado alcuni effetti collaterali (transizioni grossolane tra le tracce o il basso meno udibile in alcuni punti) questo secondo album è sicuramente ben riuscito.
1 | Cry of the Earth | 03:51 |
2 | Sundown | 04:05 |
3 | Mercy | 02:31 |
4 | Rise | 04:20 |
5 | V | 00:41 |
6 | Despite | 03:43 |
7 | Stifled | 01:34 |
8 | Adrift | 03:55 |
9 | Hour by Hour | 03:57 |
10 | Wither | 04:49 |
11 | Hooded Three | 05:11 |
Durata totale: 38:47 |
Keenan Carroll | voce e chitarra |
Samuel “Goose” Willgoose | chitarra solista |
Phill Gelinas | basso |
Christopher Narainen | basso |
ETICHETTA/E: | autoprodotto |
CHI CI HA RICHIESTO LA RECENSIONE: | Mind Eraser PR |