Soul Dissolution – Winter Contemplations (2020)
Pubblicato · Aggiornato
PRESENTAZIONE | Winter Contemplations (2020) è il nuovo EP dei belgi Soul Dissolution. |
GENERE | Un black metal atmosferico e melodico come già sentito nel full-length Stardust (2018), almeno di base. Ma il lato post-black è più sviluppato, tanto da diventare un elemento determinante. |
PUNTI DI FORZA | Uno stile che funziona grazie a ottime melodie, semplici ma dirette, all’origine di atmosfere di malinconia assoluta, con un calore grandioso. In generale, la band belga gioca sul semplice ma lo fa con successo: il risultato è un EP breve ma di gran sostanza. |
PUNTI DEBOLI | Qualche sbavatura, ma davvero rara. |
CANZONI MIGLIORI | La Dernière Tempête (ascolta) |
CONCLUSIONI | Winter Contemplations promette bene per il futuro dei Soul Dissolution, ma non solo: anche in chiave presente risulta un gioiellino che chi ama questo tipo di black metal apprezzerà di sicuro! |
ASCOLTA L’ALBUM SU: | Youtube | Bandcamp | Spotify |
ACQUISTA L’ALBUM SU: | Amazon | Bandcamp | Ebay |
SCOPRI IL GRUPPO SU: | Facebook | Instagram | Bandcamp | Spotify | Metal-Archives |
“Piacevole”: così, nel 2018, ho definito Stardust, secondo album dei Soul Dissolution. Si trattava in effetti di un lavoro che lo era parecchio: tuttavia, a tratti tendeva a perdersi, e non sfruttava a pieno il potenziale di questa band nata nel 2012 in Belgio. In simili casi, mi auguro sempre che col tempo gruppi del genere possano maturare e impiegare meglio le proprie qualità. Non accade ogni volta, anzi, ma nel caso dei Soul Dissolution la crescita c’è stata. O almeno, è quanto sembra dimostrare Winter Contemplations.
EP uscito lo scorso 12 novembre grazie a Viridian Flame Records, è forse un pelo corto per essere sicuro al cento percento dei passi in avanti del gruppo. L’impressione che ne deriva però è ottima: qui i belgi vanno oltre i difetti di Stardust, verso musica più consapevole e focalizzata. Un’impresa che comincia dallo stile.
Rispetto al passato, di base i Soul Dissolution non hanno cambiato granché coordinate. Winter Contemplations è animato sempre da un black metal melodico e atmosferico, con un bell’equilibrio tra le due componenti. Forse la seconda è diventata un filo più prominente, ma senza che la band abbia mai rinnegato la prima. La vera novità dell’EP è invece un’altra: la maniera in cui i belgi hanno rafforzato il proprio lato post-black metal. Solo un influsso in Stardust, in Winter Contemplations è divenuto invece un elemento determinante.
Come in passato, lo stile dei Soul Dissolution funziona grazie alle ottime melodie, semplici ma dirette, di cui il gruppo è capace. Sono all’origine di atmosfere ancora migliori di malinconia assoluta e con un calore grandioso, difficile da trovare nel black. Anche in questo campo, i belgi giocano sul semplice, ma lo fanno alla grande: merito di un songwriting molto ben focalizzato, grazie anche alla breve durata di Winter Contemplations. Si tratta di un EP in cui i Soul Dissolution vanno dritti al punto: con poche sbavature e due brani di sostanza, il risultato è davvero consistente. E di altissimo livello, come leggerai!
Winter Contemplations parte un intro espansissimo, col solo suono del vento. Ma nel giro di meno di mezzo minuto, i Soul Dissolution esplodono con La Dernière Tempête, ma senza accelerare. Il ritmo tenuto dal nuovo batterista Threnos è lento, e al di sopra si posa un riffage ossessivo, che già genera la giusta nostalgia. Questa sensazione si accentua ancor di più nei momenti melodici: la chitarra di Jabawock disegna allora un lento fraseggio, dolce e di profondità grandiosa, col suo retrogusto “post”.
All’inizio le due anime si scambiano in maniera semplice, ma col tempo la tendenza è al cambiamento. La parte più ritmica diviene più animata, con un tocco di cupezza che però rende il tutto anche più caldo e intenso. Anche quella melodica però cambia nel tempo, seppur con più lentezza: pur rimanendo calma, la preoccupazione filtra al suo interno.
È un’evoluzione che va avanti fin dopo la metà della durata, quando avviene una pausa. All’inizio solo rallentata, è già accogliente: un lato che si sviluppa più avanti. Ci ritroviamo in un paesaggio che perde di potenza per farsi lievissimo, post-black lontano ed echeggiato che pende più sul primo lato che sul secondo.
È una lunga frazione delicata e avvolgente, ma a un certo punto la musica riesplode. Sviluppando gli elementi già sentiti, ci attira in un’escalation trascendentale, metal liberatorio e intenso, solo di poco cupo nella sua malinconia. Si tratta forse dell’apice emotivo di un pezzo che poi svolta in un breve finale melodico e accogliente, anch’esso molto bello. Com’è peraltro il resto: abbiamo un episodio eccellente in toto, il migliore di Winter Contemplations!
A questo punto, con When the Clouds Stand Still…, i Soul Dissolution svoltano con ancor più forza sul post-rock. È questo la base con cui il pezzo inizia, seppur presto la band le sovrapponga altri influssi. All’inizio sono orchestrazioni, mentre a lungo andare giungono in scena elementi più delicati, di sapore folk. Il tutto va avanti a lungo, forse anche un pelo troppo: pur essendo piacevole, risulta un po’ prolisso.
Per fortuna, col tempo la sua evoluzione porta la musica a viaggiare lontana. All’inizio il tutto diventa mogio, lievissimo, con la chitarra pulita ancora padrona del campo (e anche il basso di Jabawock a dare un bel supporto) ma poi le stesse melodie esplodono nel black metal. Melodioso al massimo, è un panorama che si modifica poco col passare del tempo. Ma non importa: la sua melodia dolce, di pathos assoluto, colpisce lo stesso ed evoca una malinconia serena, avvolgente. È lo stesso compito a cui lavorano le piccole variazioni nell’evoluzione, che cambia poco nel corso di diversi minuti. Quanto basta per non annoiare!
Solo passata la metà la linea musicale cambia, tornando a calme chitarre pulite. Ma non è la fine: c’è spazio ancora per una nuova crescita. All’inizio è lentissima, con giusto la melodia che si addensa di più; poi però i Soul Dissolution la riprendono in chiave metal. Ed è un altro degli apici di Winter Contemplations: già all’inizio si mostra passionale, ma poi diventa sempre più vorticoso e intenso, la melodia di chitarra al massimo delle sue possibilità.
È un’escalation che raggiunge un apice, si spegne ma poi torna di nuovo, anche più intensa, ma senza perdere la propria anima. Anche quando Threnos passa al blast beat e la musica si incupisce, la componente armoniosa rimane al centro, per quello che è un affresco emotivo di spessore assoluto. Come in precedenza, anche stavolta è il segreto del successo di un brano meno bello del precedente, ma di poco: il livello rimane ottimo!
Alla fine dei giochi, forse un difetto Winter Contemplations ce l’ha: la brevità! Dopo due canzoni di questo livello, uno vorrebbe ascoltarne ancora; in fondo, però, non ha grande importanza. Anche così, l’EP si rivela una piccola gemma, da scoprire per chiunque ami il l’atmospheric black moderno più caldo e melodico. Una gemma che, inoltre, promette molto bene per il futuro dei Soul Dissolution: se i belgi manterranno questo livello di ispirazione e questa maturità in un disco intero, ci aspetta un capolavoro. Che dire: lo aspetto con curiosità!
1 | La Dernière Tempête | 10:54 |
2 | Where the Clouds Stand Still… | 13:10 |
Durata totale: |
Acharan | voce |
Jabawock | chitarra, basso, voce addizionale |
Threnos | batteria |
鬼 | orchestrazioni |
ETICHETTA/E: | Viridian Flame Records |
CHI CI HA RICHIESTO LA RECENSIONE: | l’etichetta stessa |